“[...] Ebbi l’impressione che la <<comunità internazionale>> – questa strana, indefinibile accozzaglia di gente di tutti i colori, di tutte le misure, di tutte le lingue, che in comune aveva solo l’interesse di guadagnare, come rimborso spese di un giorno, quello che un cambogiano medio guadagnava in un anno, 150 dollari USA – volesse restare in Cambogia al resto di qualsiasi compromesso.
Il destino dei cambogiani non era la grande priorità del momento. Per le nazioni Unite era prioritario portare a buon fine l’intervento in Cambogia, così da poter ripetere l’operazione altrove. [...]”
(Tiziano Terzani – Un indovino mi disse)
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