Testo di Roberto Di Ferdinando
(fonte: Corriere della Sera)
Nel giugno scorso, a La Sapienza di Roma, si è svolto un convegno promosso dalla Comunità Ebraica di Roma e dall’Ospedale Israelitico di Roma. Durante i lavori è stato ricordato come l’attuale vocabolario medico internazionale, riporti in alcuni casi malattie intitolate agli autori della loro scoperta (malattie eponimiche), autori che ebbero un legame stretto con il regime nazista e responsabilità nell’Olocausto. Alcuni esempi: l’Atlante di anatomia umana Pernkopf, diffusissimo anche in Rete ed in Italia, prende il nome da Eduard Pernkopf (nella foto), rettore dell’Università di Vienna dopo l’annessione alla Germania, avrebbe compilato il suo atlante studiando i cadaveri delle vittime ebree dei campi di concentramento. La granulomatosi di Wegener; Friedric Wegener sarebbe accusato di aver selezionato alcuni ebrei da deportare. L’artrite di Reiter, Hans Conrad Reiter, fedelissimo di Hitler, è accusato di aver effettuato esperimenti medici utilizzando come cavie umane i reclusi dei campi di concentramento. E così via per altri nomi di malattie.
Dal Convegno è partita l’iniziativa di stilare una richiesta ufficiale, sostenuta dalla stessa Università La Sapienza, a tutte le società scientifiche internazionali, perché siano rimossi tali nomi, per poi approdare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
RDF
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