Nell’articolo di Pietro Romano, pubblicato su Panorama del 27 aprile 2016, si denuncia l’esodo degli ambasciatori italiani dal Ministero degli Esteri verso altri settori della Pubblica Amministrazione o dell’alta imprenditoria privata. Questo sarebbe un ulteriore atto della polemica che da alcuni mesi si è creata tra il nostro corpo diplomatico ed il Governo. Infatti, le feluche denunciano il fatto che si stia attuando un’”occupazione” governativa della Farnesina: Elisabetta Belloni, molto vicina al sottosegretario di Renzi, Lotti, è stata nominata a guidare la macchina burocratica del Ministero, Armando Varricchio, ex consigliere di Renzi, è stato inviato all’ambasciata a Washington, mentre al politico, quindi non ad un diplomatico (nomina irrituale), Carlo Calenda, è stato affidata la delicata rappresentanza di Bruxelles. E così, i nostri diplomatici, ritenuti funzionari di alto e qualificato profilo, cedono alle lusinghe, anche remunerative, del mondo privato o di altri ambienti pubblici. Alcuni esempi: l’ambasciatore Michele Valensise, segretario generale del Ministero degli Esteri, è stato nominato vice presidente esecutivo del gruppo Astaldi, dove già siede un altro ex diplomatico, Luigi Cavalchini Garofoli. Francesco Paolo Fulci è presidente di Ferrero, Rinaldo Petrignani fino a pochi mesi fa era consulente di Boeing, Vincenzo Petrone è presidente di Fincantieri, Riccardo Sessa della Società per il Traforo del Monte Bianco, Giuseppe Scognamiglio ad Unicredit. Nel settore pubblico Giampiero Massolo è direttore del Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza, Giovanni Castellaneta è presidente della Sace, banca per il credito all’esportazione, e Pier benedetto Francese è alla camera di Commercio di Vercelli.
Roberto Di Ferdinando
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